Il Sangue del Drago – I segreti proibiti dei Templari

18 settembre 2025

Prologo – La Notte del Sangue

Parigi, 1307.

Parigi, 13 ottobre 1307.

La pioggia cadeva fitta sulle strade fangose, spenta soltanto dal bagliore delle torce. Le campane di Notre-Dame rintoccavano lente, come un presagio funebre.

Fra Raimondo correva nel sotterraneo della Commanderie, stringendo il mantello fradicio. Ogni passo rimbombava sulle pietre umide della cripta. Il respiro era corto, ma non poteva fermarsi: i soldati del re stavano già sfondando i portoni di legno¹.

Davanti a lui, su un tavolo di quercia, brillava un reliquiario. Non era d’oro né d’argento, ma di un metallo scuro e cangiante, inciso con due draghi intrecciati. La luce tremolante delle candele sembrava muoversi sulla superficie, come se respirasse.

Un fruscio dietro le sue spalle.
«Raimondo…» La voce roca apparteneva al precettore, anziano e curvo, ma con lo sguardo ancora di fuoco. «Quello che custodisci non deve cadere nelle mani del re.»

Il giovane templare abbassò gli occhi sul reliquiario. All’interno, secondo la leggenda, c’era il sanguis draconis. Alcuni dicevano fosse resina rossa delle isole lontane², altri che fosse sangue di una creatura dimenticata³, altri ancora lo descrivevano come un elisir alchemico che donava forza e visioni⁴.

«Cos’è davvero?» sussurrò Raimondo, le mani tremanti.

Il Maestro esitò un istante. «Non è tempo di spiegazioni. Sappi solo che è un sapere antico… troppo antico. Se Filippo il Bello lo possedesse, il mondo intero cadrebbe nel fuoco.»

Urla e colpi di ferro si avvicinavano. Le scale di pietra vibrarono: i soldati stavano scendendo.

Raimondo prese la cassa, la trascinò verso una nicchia del muro e con un colpo di scalpello staccò un blocco di pietra. Sistemò il reliquiario dentro, sigillò l’apertura e incise di nuovo il simbolo dei due draghi. Le sue dita sporche di polvere tracciarono un’ultima croce.

Poi spense la candela.

Il buio inghiottì la cripta, mentre il clangore delle armature invadeva la sala superiore. La notte del Sangue era appena iniziata.

📑 Note
  1. L’arresto dei Templari avvenne il 13 ottobre 1307 per ordine di Filippo IV di Francia, su mandato del suo cancelliere Guglielmo di Nogaret. Le fonti principali: Processus contra Templarios (Archivio Vaticano).
  2. La resina chiamata sanguis draconis (dracaena cinnabari) era nota nel Medioevo, proveniente dallo Yemen e dalle Canarie. Usata in medicina, tintura e riti.
  3. Nelle cronache medievali, draghi e serpenti venivano associati a reliquie e sostanze di potere (cfr. Physiologus, sec. IV–V).
  4. Ruggero Bacone (1214–1294) parla nei suoi trattati di sostanze rosse e misteriose usate per esperimenti alchemici e per ottenere “forza e visioni”.

Capitolo I - Le Tracce Rosse

Roma, Biblioteca Vaticana.

Il silenzio della sala era interrotto soltanto dal fruscio delle pagine. La luce filtrava dalle alte finestre, cadendo obliqua sui volumi antichi.
La dottoressa Elena Ferri indossava guanti di cotone mentre voltava le pagine di un codice miniato del XIV secolo. Il suo cuore accelerò quando, tra decorazioni dorate e iniziali vermiglie, notò due figure. Non santi, non angeli: due draghi intrecciati ai margini della pagina.

Accanto, una nota marginale: “De sanguine rubro custodito a militibus Templi”.

Elena si fermò.
«Incredibile…» mormorò.

Un archivista al suo fianco sollevò appena lo sguardo dagli occhiali.
«Non perda tempo, dottoressa. Sono solo glosse decorative.»

Ma lei sapeva che non era così. L’espressione “sangue rosso custodito dai cavalieri del Tempio” era troppo precisa. Troppo simile a ciò che aveva letto negli atti del processo.

Flashback – 1308, Processo di Chinon

Un templare, torturato, ammise davanti agli inquisitori:

«Ci davano da bere un liquido rosso, dentro piccoli vasi di vetro… dicevano che ci avrebbe reso forti come il ferro.»¹

Molti storici liquidarono quelle parole come allucinazioni sotto tortura. Ma se fossero state vere?

Elena prese appunti rapidi. La frase latina era stata abrasa in parte: qualcuno, nei secoli, aveva tentato di cancellarla.
Il dubbio la divorava.
«Perché eliminare una semplice nota marginale?» pensò.

Dialogo con l’archivista

«Questo simbolo dei due draghi… lo trova anche altrove?» chiese Elena.
L’uomo scosse la testa. «Non ufficialmente. Ma alcuni mormorano che compaia anche nei sotterranei di Tomar, in Portogallo. Lì i Templari sopravvissero come Ordine di Cristo.»²

Elena annotò ogni parola. Il filo rosso stava emergendo: Parigi, Tomar, forse perfino la Scozia.

Flashback – Battaglia di Montgisard (1177)

Un cronista arabo, Ibn al-Athir, descrive cavalieri franchi che combattevano «come indemoniati, senza sentire il fuoco né le ferite».³
E se quei cavalieri fossero stati “unti” con il Sangue del Drago?

La studiosa si passò una mano tra i capelli.
Ogni indizio sembrava condurre alla stessa, inaccettabile verità: i Templari possedevano un sapere chimico o alchemico troppo pericoloso per sopravvivere.

E forse, il reliquiario nascosto nella cripta di Parigi non era mai stato ritrovato.

📑 Note
  1. Processus contra Templarios, atto di Chinon (1308): i verbali citano sostanze “rosse” usate nei riti.
  2. Dopo la soppressione dell’Ordine (1312), molti Templari in Portogallo confluirono nell’Ordine di Cristo, mantenendo simboli e riti (cfr. A. Demurger, Vita e morte dell’Ordine del Tempio).
  3. Ibn al-Athir, Al-Kamil fi’l-Ta’rikh, cronaca del XII sec., descrive i franchi durante le crociate.

Capitolo II - Il Segreto del Fuoco


1. Tomar, la roccaforte del silenzio

Il treno si fermò con uno stridio metallico. Elena scese sul piccolo binario di Tomar, in Portogallo.
Davanti a lei, arroccato su una collina, il Convento di Cristo si stagliava contro il cielo al tramonto: mura possenti, torri antiche, un silenzio che pareva custodire secoli di segreti.

Un frate anziano, guida del convento, la accolse.
«Molti vengono per vedere la Rotonda, signora. Pochi chiedono dei sotterranei.»

Elena sorrise. «È lì che voglio andare.»

La torcia illuminava un corridoio stretto. Le pareti erano di pietra grezza, umida. Poi, d’improvviso, un bassorilievo. Due draghi intrecciati, identici al simbolo trovato a Roma.

«Questi segni non sono ufficiali» mormorò il frate. «Nessun documento li cita. Ma sono qui da secoli. Forse i cavalieri dell’Ordine di Cristo li scolpirono in memoria di un sapere perduto.»¹

2. Flashback – Il laboratorio templare

Anno 1290. In una sala sotterranea della Commanderie di La Rochelle, due cavalieri osservano un maestro alchimista.
Un fuoco arde sotto un alambicco di vetro.
Il liquido al suo interno diventa rosso scuro. Il maestro versa alcune gocce in una coppa metallica.
«Questo è il sanguis draconis. Non vino, non sangue… ma la chiave della nostra forza.»

Il giovane templare che assiste rabbrividisce.
«Non è eresia?»
«È scienza» risponde il maestro. «Scienza che la Chiesa non comprenderà mai.»²

3. Rosslyn, la cattedrale dei draghi

Scozia, inverno. Elena varcò la soglia della Rosslyn Chapel, avvolta nel freddo umido della brughiera.
Le colonne scolpite raccontavano storie bibliche, ma anche fiori esotici e figure impossibili. E poi, ancora, draghi. Draghi avvolti a rampicanti, draghi che custodivano nodi di pietra.

Una guida locale, un uomo con l’accento scozzese marcato, si avvicinò.
«Alcuni dicono che i Templari portarono qui i loro tesori. C’è chi parla persino del Graal.»
Elena lo fissò. «E del Sangue del Drago?»
Lui sorrise, enigmatico. «Qui, signora, ogni leggenda trova casa.»

4. L’indizio finale

Elena entrò nella cripta sotterranea. L’odore di muffa e pietra bagnata le riempì i polmoni.
Sul muro, inciso e quasi cancellato, un simbolo: due draghi e, al centro, una coppa.

Scattò una foto con mani tremanti.
Non era una prova definitiva, ma era sufficiente per collegare Parigi, Tomar e Rosslyn in un unico filo rosso.

5. Flashback – La battaglia e il fuoco

Anno 1219, assedio di Damietta.
Un cavaliere templare alza la spada, mentre il maestro unge la lama con il liquido vermiglio.
Quando i soldati caricano, il cronista arabo Ibn al-Muqaddasi scrive:

«Combatterono come indemoniati, e le loro spade sprigionavano fuoco che l’acqua del Nilo non poteva spegnere.»³

Fuoco greco? Droghe? O davvero l’antico Sangue del Drago?

Elena richiuse il taccuino.
La sua ricerca non aveva concluso nulla di definitivo. Ma sentiva che dietro quelle tracce c’era una verità proibita. Una verità che qualcuno, secoli fa, aveva tentato di cancellare.

E in quel silenzio, tra le pietre fredde della cripta, le parve di udire un sussurro antico:
«Il nostro segreto vive ancora.»

📑 Note
  1. Dopo la soppressione dei Templari (1312), in Portogallo nacque l’Ordine di Cristo, che mantenne molti simboli templari e il centro a Tomar (cfr. Barber, The New Knighthood).
  2. Ruggero Bacone e Arnaldo da Villanova citano sostanze rosse e processi alchemici legati a visioni e poteri (cfr. Jung, Psicologia e Alchimia).
  3. Ibn al-Muqaddasi, cronaca araba dell’assedio di Damietta (1219), descrive l’uso di sostanze incendiarie da parte dei Franchi.


Epilogo – Il Giudizio Proibito

Elena tornò a Roma con il taccuino colmo di appunti e fotografie. Le immagini dei draghi di Rosslyn, le glosse abrase del codice vaticano, le leggende di Tomar le pulsavano nella mente come un mosaico incompleto.

Seduta alla scrivania, davanti a una pila di libri, rilesse le parole di Alain Demurger:

«Il Tempio fu distrutto per ragioni politiche ed economiche, ma le accuse di eresia rivelano un sostrato più profondo di paura.»¹

Paura di cosa?

I documenti ufficiali parlano di ricchezze smisurate, di banche segrete, di alleanze con i nemici. Ma il filo rosso che Elena aveva seguito conduceva altrove: a un sapere nascosto.

Le ipotesi

Un combustibile segreto: il sanguis draconis come variante del fuoco greco, un’arma capace di cambiare gli equilibri delle crociate.

Un elisir alchemico: resine e minerali trasformati in sostanze visionarie, in grado di indurre stati alterati e coraggio sovrumano.

Un simbolo eretico: il drago non come male, ma come custode della conoscenza, legato a tradizioni gnostiche e apocrife.²

Tre ipotesi, nessuna certezza.

La provocazione

E se la vera colpa dei Templari non fosse stata la ricchezza o l’idolatria, ma il possesso di una scienza proibita?
Una scienza che univa Oriente e Occidente, mito e alchimia, religione e tecnologia.

La Chiesa e il re avrebbero avuto tutto l’interesse a cancellarla. Un sapere che prometteva potere, immortalità, dominio sul fuoco stesso.
Un sapere che minacciava l’ordine costituito.

Elena chiuse i libri. Il buio della biblioteca era rotto solo dal bagliore della lampada da tavolo.
La sua mano indugiò sull’ultima nota scritta:
“Forse il Sangue del Drago non è mai stato perso. Forse è solo nascosto. E forse, un giorno, qualcuno lo ritroverà.”

Un brivido le percorse la schiena.
Non era più solo una leggenda.

📑 Note
  1. Demurger, Alain, Vita e morte dell’Ordine del Tempio, Laterza, 2005.
  2. Cfr. testi gnostici di Nag Hammadi (II–IV sec.) dove il serpente è simbolo di conoscenza, non di male assoluto.
La tua sessione è scaduta clicca qui e ricarica il sito